Laura, 40 anni, maestra, ha chiesto un anno di aspettativa. Sposata, ha tre figli di cui uno nato da pochi mesi.
Laura vuole approfittare del tempo libero a sua disposizione per lavorare sulle sue difficoltà e il marito la incoraggia nel suo intento. Laura però si sente stanca fisicamente e mentalmente. Si rimprovera di non essere una buona madre e teme di non saper proteggere i figli. Fatica a prendere decisioni, anche le più semplici.
Si sente disorientata e confusa. Ciò le crea una sensazione di inadeguatezza di fronte alla famiglia e alla vita. “Tutti mi chiedono sempre qualcosa” sottolinea, e lei, incapace di soddisfare tutte le richieste, sta trascurando se stessa.
Una amica di famiglia offre a Laura il dépliant Vittoz e lei decide di intraprendere un percorso di cura. Fin dall’inizio Laura dedica venti minuti al giorno alla camminata consapevole. Questo è un tempo riservato a sé stessa, in cui lei sente il movimento di tutte le parti del corpo coinvolte nella camminata a partire dei piedi, per aprirsi successivamente alle sensazioni visive e uditive.
La camminata consente di vivere un insieme di sensazioni varie e di raggiungere uno stato ricettivo globale, in cui Laura è presente a sé e all’ambiente. In particolare l’esercizio delle sensazioni corporee le permette di accogliere sé stessa e di sperimentare uno stato di calma, fisica e mentale, di cui ha bisogno. Progressivamente impara ad applicare la sua capacità ricettiva ad altri ambiti, in particolare alla respirazione. La respirazione, vissuta nelle sensazioni fisiche che sono implicate, diventa per Laura uno strumento con cui riportare ordine in sé, nei momenti difficili.
“Non trascurare mai un solo fenomeno nervoso: rimediare con la semplicità e la consapevolezza” – R. Vittoz