Le giornate sono spesso difficili, a causa del clima e delle sue conseguenze, della incertezza che caratterizza il tempo attuale, delle notizie pesanti che ascoltiamo, non sufficientemente compensate da aperture alla speranza e alla bellezza.
Quando viviamo un “troppo”, concediamoci qualche minuto di pausa. Sediamoci e sentiamo le sensazioni corporee e il movimento respiratorio. Queste sensazioni sono a nostra disposizione, sempre.
Ciò richiede la discesa della nostra attenzione al corpo.
Prendiamo coscienza di esistere fisicamente.
Siamo un corpo prima di tutto, abbiamo una struttura di ossa e di muscoli. La nostra cultura non ha mai dato importanza al corpo, anzi spesso lo ha umiliato.
Il dott. Vittoz ha detto una cosa straordinaria, poiché si colloca nella cultura di inizio ‘900: “L’equilibrio fisico è il primo passo verso l’equilibrio morale”.
Proviamo ad ABITARCI. Mettiamo da parte qualunque ragionamento e, come una spugna a contatto con l’acqua, lasciamoci imbibire dalle sensazioni del nostro corpo.
Non andiamo oltre la semplice percezione corporea.
Se qualche pensiero ci distrae, senza rimproveri interiori riconduciamo la nostra attenzione al corpo. La mente, impegnata nella registrazione delle sensazioni, concede meno spazio ai pensieri.
Non è meditazione. E’ presenza sensoriale.
Essa è la base del Controllo Cerebrale che il dott. Vittoz ha elaborato.
Quale è il risultato? Un po’ di calma? Un iniziale rilassamento fisico? Nulla?
Prendiamo atto del risultato.
L’obiettivo non è la calma, ma la consapevolezza sentita del nostro stato corporeo nel presente.
L’obiettivo cioè è lo stato ricettivo.
Esso è la base necessaria a ogni attività umana, fisica, spirituale e mentale, affinché essa possa essere in accordo con noi stessi e in armonia con il mondo esterno.
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Photo by Luis Aleman on Unsplash