Come abbiamo visto precedentemente, nell’accoglienza uditiva le orecchie sono aperte e captano le onde sonore, esattamente come farebbe una antenna. Si tratta di “lasciarsi raggiungere” dal suono con disponibilità.
Le orecchie accolgono l’ambiente sonoro, qualunque esso sia, senza alcun sforzo.
Ci poniamo così in uno stato ricettivo.
A partire da tale stato, proviamo a entrare consapevolmente in un nuovo atteggiamento: individuiamo un singolo suono e seguiamolo per un tempo preciso.
Stiamo sperimentando la concentrazione. Nella concentrazione noi dirigiamo la nostra presenza su una sensazione particolare, ad esempio un rumore (un auto che passa) o un suono (la melodia di un violino all’interno di una esecuzione concertistica).
Realizziamo cosi il passaggio dall’accoglienza dell’ambiente sonoro, nella sua globalità, alla individuazione di uno stimolo sensoriale preciso, che la nostra attenzione seguirà in tutta la sua durata.
Il mondo sonoro ci offre numerose opportunità per vivere questo passaggio. In tal modo faremo una esperienza utile, perché costituirà una sorta di ginnastica mentale preziosa per i nostri circuiti cerebrali.
Come ho già avuto modo di dire, stiamo lavorando sul processo mentale della concentrazione, che è un processo naturale e come tale ci appartiene, poiché lo utilizziamo abitualmente, spesso senza rendercene conto.
Nel momento in cui tale processo è da noi diretto e soprattutto voluto, allora il beneficio che ne trarremo sarà maggiore, in quanto miglioreremo la nostra capacità di concentrazione.
Vi invito a procedere con ordine.
- Seduti, sentiamo i nostri punti di appoggio. E’ importante che ogni esperienza abbia come punto di partenza la sensazione fisica di noi stessi.
- Sentiamo il nostro corpo globalmente.
- Le orecchie si aprono all’ambiente sonoro: i suoni, le voci, i rumori. In senso figurato tale ambiente è una “insalata sonora”.
- Manteniamo questa apertura per alcuni secondi.
- Successivamente scegliamo un suono o un rumore preciso.
- Seguiamolo per tutta la sua durata, anche pochi secondi, ma senza sforzo, cercando di indirizzare tutta la nostra presenza sul suono scelto.
Questa esperienza di concentrazione sonora ci fa comprendere che:
concentrarsi significa seguire una sensazione precisa per un tempo definito
“La ricettività fa vedere il grande insieme, il dettaglio sarà conosciuto grazie alla concentrazione” R.Vittoz
Abbiamo così lavorato la concentrazione sonora e potremo ripetere l’esperienza con qualunque altra sensazione, rispettando le stesse modalità.
La cura Vittoz prevede inizialmente l’esercizio della concentrazione sensoriale per approdare successivamente a una concentrazione più astratta, per esempio un pensiero, che sarà seguito in tutto il suo sviluppo.
La concentrazione comunque richiede l’attenzione di tutta la persona su un solo riferimento (nel caso che abbiamo analizzato, una sensazione sonora).
Comprendiamo quindi che:
- Non è possibile concentrarsi contemporaneamente su due riferimenti
- La concentrazione ha una durata limitata. Il cervello scivola successivamente in uno stato ricettivo, che è necessario perché una nuova concentrazione si attivi.
“La concentrazione è un riposo” scrive R.Vittoz, infatti essa raccoglie la persona in un unico atto e non la disperde.
Vi invito a provare da soli. Scoprirete che la concentrazione corretta è molto diversa dallo sforzo mentale con cui, forse, l’abbiamo identificata.
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Photo by Larisa Birta on Unsplash