Il Metodo Vittoz ci insegna a utilizzare al meglio le nostre facoltà nel quotidiano più semplice, nel “qui e ora” che talvolta perde la sua unicità e la sua energia e risveglia in noi lo slancio utile per le azioni di ogni giorno.
Ad esempio, quando guidiamo la nostra vettura, anche per un breve tratto, quali sensi sono interessati? Sviluppiamo un atteggiamento ricettivo, cioè di accoglienza delle sensazioni, o piuttosto attiviamo la nostra capacità di concentrazione?
Come sempre, sperimentiamo.
Entriamo nell’auto, sediamoci in modo confortevole, appoggiando la schiena allo schienale, e allacciamo la cintura. Ecco che in pochi secondi sentiamo tutto il nostro corpo, in particolare la flessibilità delle articolazioni e i punti di appoggio.
Eseguiamo i movimenti accogliendo le sensazioni fisiche che si attivano.
Le mani stringono il volante. Sentiamo il contatto e dosiamo la forza impiegata in questo gesto. Eviteremo così di provocare in noi delle tensioni che, dalle mani e dai polsi, si possono propagare fino alle spalle.
Ora mettiamo in moto la vettura.
Le scuole di guida sicura insegnano innanzitutto ad aprire lo sguardo durante la guida, per accogliere il paesaggio più ampio possibile.
In che modo?
Per esercitare l’accoglienza visiva il Metodo Vittoz suggerisce di posare lo sguardo in modo leggero e veloce su tutto ciò che ci circonda (“come una farfalla che si posa di fiore in fiore”- illustrava una anziana formatrice). Perciò spostiamo un poco ma in modo continuo il nostro sguardo verso destra e verso sinistra. Ecco che il nostro campo visivo si apre.
Così facendo non stancheremo la vista, soprattutto saremo ben presenti all’ambiente esterno, capaci di reagire adeguatamente anche agli stimoli esterni veloci. Questo atteggiamento ci permetterà di esercitare il controllo necessario per la nostra e altrui sicurezza.
Il controllo è innanzitutto presenza.
“Quando sarete controllati, voi gioirete della vita, tutto vi interesserà di più.”
(R.Vittoz)
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Photo by Austin Neill on Unsplash