Tra i vari sensi l’udito rimane spesso in secondo piano rispetto ad altre sensazioni come il tatto. Il tatto, in effetti, viene sollecitato sempre grazie ai suoi recettori distribuiti su tutto il corpo. Inoltre è un senso che piace e che gratifica.
L’udito, insieme alla vista, ci mette in contatto con l’esterno. Ci apre a ciò che esiste al di fuori di noi.
Potremmo anche dire che le sensazioni uditive del quotidiano non sono molto interessanti: una porta che si chiude, il vociare che proviene dalla strada, il traffico delle auto….
Però se proviamo ad ascoltare con disponibilità l’ambiente sonoro, nel momento presente, l’accoglienza uditiva diventa un esperienza buona, che ci arricchisce, indipendentemente dalla qualità dello stimolo uditivo.
Ci arricchisce perché in quel momento siamo ricettivi.
La ricettività sensoriale apre, nutre, calma e mette il cervello a riposo, qualunque sia la sensazione. Non per nulla il dott. Vittoz scriveva “la ricettività è tutto”.
La ricettività è la base dell’equilibrio umano. Verificate voi stessi la differenza tra un ascolto distratto rispetto a un ascolto disponibile. Vi invito a farlo senza individuare o analizzare i suoni e i rumori, perché ciò ci allontanerebbe da un atteggiamento ricettivo, che è apertura semplice al reale.
Lasciate dunque che le orecchie si aprano agli stimoli sonori.
Avete mai provato ad accogliere il silenzio?
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Photo by frank mckenna on Unsplash