Il cibo non è solo un bene essenziale ma anche una fonte di gratificazione, come è stato sottolineato soprattutto nel periodo storico attuale.
Prendiamo in considerazione l’atto del mangiare. Lasciamoci ancora guidare dalla sapienza del metodo Vittoz e scopriremo che questa azione è in realtà più interessante rispetto a quanto abbiamo vissuto fino ad ora.
Mettiamo in bocca un boccone solido, ad esempio un pezzo di cioccolato: quante sensazioni si sviluppano? Sono numerose, sia meccaniche che gustative.
Nell’atto di mangiare possiamo quindi sentire:
- lo spazio interno alla bocca e come esso si modifica durante l’azione progressiva della masticazione.
- Grazie al contatto della lingua sentiamo la superficie dura del palato e la sua forma
- sentiamo il movimento delle due arcate dentali.
- Il rumore del boccone triturato dai denti
- lo sviluppo dei sapori
- persino lo sviluppo degli odori che salgono al naso.
- prendiamo atto della consistenza del boccone, che si ammorbidisce progressivamente, grazie alla saliva.
- seguiamolo fino alla sua “caduta” nel tubo digerente, a cui affidiamo l’ultima tappa della digestione.
- per finire, accogliamo la sensazione residua all’interno della bocca e lo spazio libero.
La masticazione è un atto complesso e solo la accoglienza delle sensazioni del mangiare ci consente di viverlo nella sua ricchezza. Così facendo capiremo che non è solo il cibo che ci gratifica, ma innanzitutto la apertura della nostra persona alle sensazioni del momento. Avremo così sviluppato un atteggiamento ricettivo.
“La ricettività pura è essere in contatto con tutto ciò che ci circonda”
(R.Vittoz)
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Photo by Patricia Prudente on Unsplash