Il periodo attuale, indubbiamente stressante, ha condizionato il sonno di molti e lo ha reso più difficile, senza dubbio poco ristoratore.
Il dott Vittoz ha riflettuto sul problema dell’insonnia. Lui stesso ne ha sofferto all’inizio della sua attività di medico.
Egli scrive a questo riguardo “Molti malati mi hanno detto che sarebbero guariti se avessero potuto dormire… Io invece capovolgo questa formula: i malati dormono meglio quando guariscono, ma non guariscono quando dormono”.
Cosa deduciamo da questa riflessione?
Il Metodo Vittoz agisce sul benessere psicofisico della persona. Tale obiettivo è raggiunto attraverso un lavoro importante sulla ricettività. Sviluppare la ricettività, cioè l’apertura alle sensazioni del presente, pone la persona in una condizione di equilibrio globale, non solo mentale, e di riposo. Per il dott Vittoz in questo equilibrio consiste la guarigione.
Lo stato ricettivo è il punto di partenza perché qualunque attività umana si esprima al meglio (per esempio la concentrazione e la formulazione delle decisioni). Inoltre, poiché genera riposo per il cervello, prepara il sonno.
Quale consiglio ne deriva?
Siamo invitati innanzitutto a vivere momenti di ricettività nel quotidiano, grazie alle azioni consapevoli, eseguite anche la sera. Evitiamo di “stressare” la mente con ciò che la può affaticare (immagini televisive forti, alcune letture…) e prendiamoci cura delle azioni che precedono il sonno. Se eseguite in modo sentito, accogliendo le sensazioni che le animano, esse pongono la nostra mente nella migliore condizione per entrare nella fase di riposo.
Forse il sonno non migliorerà subito in quantità, ma in qualità senza dubbio.
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Photo by Markus Spiske on Unsplash